The Dark Machine nascono a Bologna uniti dalla grandissima passione per la musica dei Pink Floyd e dall’idea iniziale e centrale del suo fondatore Marcello Rossi, (chitarre e voce), di voler introdurre, nel fitto panorama delle band che a loro si ispirano, una realtà che si auto costituisca quale vero e proprio tributo allo storico gruppo londinese, non limitandosi mai ad una sterile e meccanica riproduzione pedissequa ma restituendone un’immagine che si riveli invece un’impressione sempre viva e fluida del live e dell’invenzione pinkfloydiana.
I suoi componenti, Marcello Rossi (chitarre e voce), Roberto Nepoti (chitarre e voce), Fabio Gualtieri (Batteria), Luca Pagliarello (basso), Denis Borgatti (Pianoforte, Synth), Danny Cappai (Hammod, tastiere), Valentina Pianeta, Teresa Iannello e Valentina Gerometta (cori), pur provenendo da storie ed esperienze diverse, contribuiscono col proprio gusto e con eccezionale intensità alla riuscita sempre efficace e sorprendente delle continue sperimentazioni targate The Dark Machine, riuscendo ad amplificare, grazie all’apporto artistico di ciascuno, potenzialità inedite e significati reconditi dei brani proposti.





Contravvenendo forse in parte all’immaginario standard di una cover band, The Dark Machine si propongono come appassionati e appassionanti latòri delle innumerevoli dimensioni sonore pinkfloydiane, potendo presentare così un repertorio che spazia con senso critico e narrativo dalle creazioni più sperimentali e corali dei primi anni, fino agli album di impianto evidentemente più gilmuriano e solistico dell’ultimo decennio. L’intento è di restituire al pubblico quelle stesse atmosfere, intrise di sperimentalismo e di gusto per la classicità, al contempo morbide e decise, sospese ma profonde tipiche dei Pink Floyd, liberi nelle interpretazioni, come sempre si son dimostrati i quattro soprattutto nei contesti live, ma fedeli nelle intenzioni creative.
Ph. Nico Casamassima
Ph. Nico Casamassima
Ph. Nico Casamassima
Ph. Nico Casamassima
Ph. Nico CasamassimaPh Daniela Frison Ph. Paolo Stuppazzoni
The Dark Machine si evidenziano, così, per il singolare approccio allo studio e alla riproduzione dei brani, per l’indagine accurata e il rispetto del metodo compositivo che è alla base di ogni brano, per l’assidua ricerca di quelle immagini acustiche e di quei “pieni sonori”, dal sapore quasi sinfonico, che da sempre hanno contraddistinto la band britannica.